Assicurazioni calamità naturali: corsa contro il tempo per le imprese

Assicurazioni calamità naturali: corsa contro il tempo per le imprese

Scadenza 31 marzo, decreto in arrivo e obbligo “informale” per accedere a incentivi pubblici: cosa devono sapere le aziende

Manca poco più di un mese al 31 marzo, termine ultimo per le imprese di ogni dimensione per adeguarsi all’obbligo di stipulare una polizza contro le calamità naturali, in particolare alluvioni, frane e terremoti.

Decreto in arrivo, ma attenzione alle scadenze

Il decreto attuativo della norma, previsto dalla legge di Bilancio 2024, ha superato l’esame della Corte dei conti ed è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Questo dovrebbe avvenire a fine febbraio, per consentire alle compagnie assicurative di adeguarsi alle nuove regole entro la scadenza del 31 marzo, come stabilito dal decreto Milleproroghe.

Molte imprese ancora scoperte

Ad oggi, molte imprese, soprattutto di piccole e micro dimensioni e gli esercizi commerciali, non hanno ancora una copertura assicurativa contro le calamità naturali. Le compagnie assicurative si sono già attivate per offrire prodotti in linea con le nuove normative.

Obbligo “informale”?

La legge non prevede un obbligo esplicito per le attività produttive, tuttavia la copertura assicurativa contro le calamità naturali è diventata una condizione necessaria per accedere a incentivi, aiuti o garanzie pubbliche, compresi quelli sui prestiti erogati dal fondo per le Pmi.

Tempi di indennizzo e attenzione al rischio

Si stima che per ottenere i rimborsi in caso di sinistro occorreranno circa due settimane tra sopralluogo, perizia ed erogazione. Un aspetto cruciale sarà l’intervallo di tempo tra l’entrata in vigore dell’obbligo e il primo evento climatico di grande portata: più questo intervallo sarà breve, più costoso sarà per le compagnie sostenere gli indennizzi. La diffusione delle coperture “cat nat” tra le imprese è fondamentale per la sostenibilità economica del sistema.

 

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Club deal : opportunità da cogliere

Club deal : opportunità da cogliere

Il Club Deal è una forma di investimento che consente a un gruppo di investitori privati di unirsi per finanziare una singola azienda e/o un singolo deal

Fa parte del mondo equity, poiché gli investitori acquisiscono partecipazioni nel capitale sociale dell’azienda target.

 Grazie alla sua capacità di fornire accesso a opportunità esclusive e di sostenere la crescita aziendale senza intromissioni significative nella gestione, si sta affermando come una strategia preziosa nel panorama degli investimenti.

 Sebbene possa sembrare un “format” meno complesso, investire in un Club Deal richiede comunque grande attenzione: è cruciale che gli investitori verifichino attentamente il proprio profilo di rischio e che siano disposti a mantenere l’investimento a lungo termine (almeno 3 anni).

 Al netto delle necessarie verifiche, questa forma di investimento offre vantaggi per tutti i player coinvolti nell’operazione: investitori e imprenditori.

 Vantaggi per gli investitori

Uno dei principali vantaggi per gli investitori è l’avere un accesso privilegiato a opportunità esclusive, solitamente non aperte al pubblico.

Questa esclusività può offrire potenziali ritorni superiori rispetto agli investimenti tradizionali. Inoltre, è interessante poter effettuare un vero “cherry-picking”, andando a investire soltanto in imprese e deal che si ritengono meritevoli e progetti in linea con i propri valori.

 Vantaggi per gli imprenditori”

 

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Nuove opportunità nel mercato degli NPL: La direttiva UE 2167/2021 rivoluziona la gestione dei crediti deteriorati

Nuove opportunità nel mercato degli NPL: La direttiva UE 2167/2021 rivoluziona la gestione dei crediti deteriorati

Una spinta verso mercati secondari efficienti e accessibili per investitori privati

L’Unione Europea ha recentemente approvato la Direttiva UE 2167/2021, conosciuta come NPL Secondary Market Directive, con l’obiettivo di facilitare lo smaltimento dei Non-Performing Loans (NPL) dai bilanci delle banche. Questa direttiva, entrata in vigore il 10 giugno 2024, introduce regolamenti più stringenti per le banche, incoraggiando allo stesso tempo lo sviluppo e l’integrazione dei mercati secondari. Essa concede maggiore potere gestionale delle posizioni in sofferenza agli intermediari finanziari autorizzati (secondo l’art. 106 T.U.B.) e alle società previste dall’art. 115 T.U.L.P.S., sotto il controllo e la vigilanza della Banca d’Italia.

La direttiva richiede ai Paesi Membri di eliminare le barriere di accesso che attualmente ostacolano la costituzione di mercati secondari efficienti, trasparenti e aperti a una gamma più ampia di investitori, inclusi quelli non istituzionali. Questo cambiamento permetterà, ad esempio, di aprire il mercato degli NPL ipotecari agli immobiliaristi, che potranno intervenire direttamente come investitori privati grazie alla professionalità dei gestori.

Le società di Gestione del Credito (i “gestori”) saranno soggette a un regime autorizzativo con requisiti stringenti di professionalità, competenza e onorabilità. Questo favorirà le strutture già presenti sul mercato, che possiedono le licenze appropriate e un track record verificabile tramite le operazioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale.

L’apertura del mercato degli NPL agli investitori privati, come stabilito dalla Direttiva UE 2167/2021, rappresenta una significativa opportunità finanziaria. Essa favorirà l’ampliamento dell’accesso al mercato, offrendo nuove possibilità a chi è interessato a investimenti anticipando le aste e trattando i crediti con società autorizzate di gestione del credito come la nostra.

 

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